1523
post-template-default,single,single-post,postid-1523,single-format-standard,theme-stockholm,stockholm-core-2.2.6,woocommerce-no-js,select-child-theme-ver-1.0.0,select-theme-ver-8.5,ajax_fade,page_not_loaded,popup-menu-slide-from-left,,qode_menu_,qode-single-product-thumbs-below,wpb-js-composer js-comp-ver-7.1,vc_responsive
Title Image

Malattia venosa cronica: dai sintomi alle complicanze

Malattia venosa cronica: dai sintomi alle complicanze

Il termine “insufficienza venosa” definisce una condizione patologica dovuta ad un difficoltoso ritorno del sangue venoso al cuore.

L’insufficienza venosa degli arti inferiori innesca un aumento di pressione nei capillari, con successiva formazione di edema, ipossia generalizzata e lattacidemia (eccessiva presenza di acido lattico nel sangue).

L’insufficienza venosa richiede un intervento terapico, farmacologico e/o medico: quando non trattata o trascurata, la condizione può degenerare in una sindrome progressiva contraddistinta da dolore, gonfiore, alterazioni cutanee e, nei casi più gravi, varicoflebite (formazione di un trombo secondario insorto su varici).

Incidenza

L’insufficienza venosa costituisce una condizione patologica particolarmente diffusa nei Paesi Occidentali ed industrializzati, mentre nelle aree poco sviluppate, come i Paesi poveri di Africa ed Asia, il fenomeno si presenta in misura molto minore.

L’insufficienza venosa è una realtà attuale: in genere, le donne sono molto più colpite rispetto al sesso maschile.

Da quanto riportato sulla rivista European journal of vascular and endovascular surgery si possono ricavare interessanti stime:

  • In età giovanile, l’insufficienza venosa colpisce il 10% dei maschi e il 30% delle femmine;
  • Dopo i 50 anni, il fenomeno vascolare si manifesta nel 20% dei maschi e nel 50% delle donne.

Da questi dati si comprende non solo che l’insufficienza venosa colpisce prevalentemente il sesso femminile, ma anche e soprattutto che l’incidenza del disturbo aumenta proporzionalmente all’età.

Cause e Classificazione

In base alla causa scatenante, l’insufficienza venosa può essere classificata in due macrogruppi:

Insufficienza venosa organica: causata da alterazioni patologiche delle vene. In questa categoria rientrano:

  • Dermatite da stasi: persistente infiammazione della cute degli arti inferiori, generata da una stasi vascolare. La dermatite da stasi è una condizione patologica tipica dei pazienti affetti da disturbi circolatori nelle vene delle gambe; il disturbo si presenta con edema cronico agli arti inferiori, prurito, escoriazioni ed essudazione.
  • Sindrome delle gambe senza riposo (RLS): alcuni pazienti affetti da questa sindrome sviluppano successivamente insufficienza venosa.
  • Trombosi venosa profonda: condizione patologica dovuta all’ostruzione di una vena a causa di un trombo (grumo di sangue). Una simile ostruzione del circolo profondo è responsabile, a sua volta, del difficoltoso ritorno venoso; si parla pertanto di insufficienza venosa profonda.
  • Varici: le vene varicose sono dilatazioni anomale e permanenti di vene ed arterie, espressione di un’alterazione dell’efficienza delle valvole venose.

Insufficienza venosa funzionale: condizione dovuta ad un sovraccarico funzionale delle vene che, pur in piena salute, sono sottoposte ad un lavoro eccessivo rispetto alle loro possibilità.

  • Linfedema: il ristagno di linfa nei vari distretti dell’organismo, che caratterizza il linfedema, è dovuto ad una compromissione del sistema linfatico. Il linfedema richiede un superlavoro da parte delle vene, pertanto può favorire l’insufficienza venosa.
  • Ridotta mobilità degli arti (tipico dei soggetti che rimangono in posizione statica per lungo tempo – edema da immobilizzazione). Anche le anomalie posturali (piede piatto, alterazioni della morfologia del rachide ecc.) costringono le vene ad uniperlavoro, che può sfociare nell’insufficienza venosa.

Fattori di Rischio

Alcuni pazienti sono più predisposti all’insufficienza venosa rispetto ad altri. Fra i possibili fattori di rischio, ricordiamo:

  • Assunzione di una postura statica per lungo tempo;
  • Gravidanza;
  • Ipertensione;
  • Obesità;
  • Lavori in ortostatismo (che richiedono di rimanere in piedi e fermi per lungo tempo);
  • Predisposizione genetica;
  • Fumo di tabacco;
  • Pregressa storia di trombosi venosa profonda;
  • Sesso femminile;
  • Statura: i soggetti alti sono più a rischio di insufficienza venosa;
  • Terapia ormonale estrogenica.

Sintomi e Complicanze

La gravità dei sintomi varia da soggetto a soggetto in base alla severità dell’insufficienza venosa: caviglie gonfie, crampi ai polpacci, edema dell’arto coinvolto, flebite, formicolii alle gambe, iperpigmentazione della pelle (es. porpora), ispessimento della pelle, pesantezza alle gambe, prurito, ulcere cutanee, vene varicose.

Tra le complicanze più frequenti associate all’insufficienza venosa ricordiamo: distrofie/ulcerazioni cutanee, ischemia, rischio di cellulite batterica, varicoflebite.

Diagnosi

La diagnosi consiste nell’osservazione medica diretta delle lesioni e nell’anamnesi. Talvolta, il paziente viene sottoposto ad un ecodoppler per la valutazione della funzionalità delle vene.

Terapie e Rimedi

  • Rimedi generali: correzione delle abitudini alimentari e dello stile di vita, utilizzo di calze elastiche a compressione, applicazione di creme ad azione capillarotropa/protettiva.
  • Farmaci ed Integratori alimentari: anticoagulanti, flebotonici, profibrinolitici.
  • Rimedi chirurgici: valvuloplastica, ablazione con radiofrequenza / laserterapia.

Quali integratori si utilizzano?

Sostanzialmente, gli integratori sono largamente diffusi nel consumo da parte di molti pazienti che sovente se li autoprescrivono, essendo prodotti di libera vendita e delle volte sono consigliati dai medici.

Si tratta di prodotti specifici, volti a favorire l’assunzione di determinati principi nutritivi che normalmente non sono presenti in una dieta. Ce ne sono di diversi tipi: integratori alimentari, che contengono principi nutritivi, e quelli vitaminici. Sono tutti assoggettati a un decreto legislativo e nel 2002 sono stati sottoposti a controllo ministeriale, che ne propone e ne sostiene un uso salutistico.

Gli integratori sono diversi quindi dai medicinali. Più del 40% dei pazienti, tra Stati Uniti ed Europa, impiega nutraceutici, integratori e fitoterapici, da soli o in associazione ai farmaci. Quindi, c’è un uso largo e diffuso.

Per quanto riguarda gli alimenti, sono utili i cibi come frutta, alcune verdure che contengono sostanze che agiscono sulla permeabilità e sul tono venoso; ci sono i flavonoidi (DIOSMINA, RUTINA ed ESPERIDINA in primis) che sono contenuti in moltissime sostanze naturali – frutta, verdura – che hanno queste capacità benefiche, riducendo la permeabilità del versante venoso del microcircolo, per cui danno una sensazione di benessere.

Apri chat
Hai bisogno di aiuto?
Salve,
grazie per averci contattato. Un nostro operatore la risponderà nel più breve tempo possibile.